La produzione dei beni e il loro scambio sono il motore della storia. Non la distribuzione, ma la produzione.
Da F. Engels, Anti-Dühring – Sezione III, Socialismo – Elementi teorici, p. 323, edizioni Lotta Comunista, 2014:
“la concezione materialistica della storia parte dal principio che la produzione e, con la produzione, lo scambio dei suoi prodotti sono la base di ogni ordinamento sociale; che, in ogni società che si presenta nella storia, la distribuzione dei prodotti, e con essa l’articolazione della società in classi o stati, si modella su ciò che si produce, sul modo come si produce e sul modo come si scambia ciò che si produce.”
Da ciò deriva che è un revisionista certificato colui che vuole la distribuzione della “ricchezza”, ovvero di ciò che viene prodotto, senza la “distribuzione” dei mezzi di produzione. È un falso socialista, è un certo revisionista, sicuramente un opportunista, colui che volutamente e politicamente dimentica lo “status” della produzione e si focalizza solamente sulla distribuzione dei beni prodotti; colui, in definitiva, che opera una scissione politica e teorica tra produzione e distribuzione. Ma la distribuzione è legata e segue lo status della produzione. Ovvero, se i mezzi di produzione sono di proprietà privata, lo sono anche i beni prodotti e ciò implica che non può esserci una “distribuzione” della ricchezza prodotta. Può esserci la distribuzione della ricchezza prodotta solo se vi è una distribuzione della proprietà dei mezzi di produzione e ciò implica che produzione e distribuzione sono assolutamente legati (vedi editoriale “Il legame tra i rapporti di distribuzione e i rapporti di produzione” su L’Ideologia Socialista). Dice Marx, infatti, che
“la ripartizione degli oggetti di consumo è ogni volta soltanto conseguenza della ripartizione delle condizioni di produzione. Ma quest’ultima ripartizione è un carattere del modo stesso di produzione. Il modo di produzione capitalistico, per esempio, poggia sul fatto che le condizioni oggettive della produzione sono a disposizione dei non operai sotto forma di proprietà del capitale e proprietà della terra, mentre la massa è soltanto proprietaria della condizione personale della produzione, della forza-lavoro. Essendo gli elementi della produzione così ripartiti, ne deriva da sé l’odierna ripartizione dei mezzi di consumo. Se le condizioni di produzione oggettive sono proprietà collettiva degli operai stessi, ne deriva ugualmente una ripartizione dei mezzi di consumo diversa dall’attuale. Il socialismo volgare [il revisionismo] ha preso dagli economisti borghesi (e, a sua volta, una parte della democrazia l’ha ripresa dal socialismo volgare) l’abitudine di considerare e trattare la distribuzione come indipendente dal modo di produzione, e perciò di rappresentare il socialismo come qualcosa che si muova principalmente sul perno della distribuzione.” (da K. Marx, Critica al Programma di Gotha, bordeaux, p.18, 2018).
Ma il programma dei falsi socialisti è solo un miglioramento delle condizioni di vita degli operai, dei lavoratori, nel capitalismo; non un superamento di questa società con la società socialista. Il socialismo è difatti una società che si basa sulla proprietà comune dei mezzi di produzione (e, quindi, dei beni prodotti) e in quanto società, essa è un complesso di rapporti sociali di produzione (vedi editoriale “Società e Stato” su L’Ideologia Socialista).